Data e luogo

domenica 3 luglio ore 21.15
Casone Ramei
via Ramei
Piove di Sacco

 

MENTRE FUORI INFURIA

drammaturgia Letizia Russo
con Valentina Brusaferro, Alvise Camozzi, Matteo Cremon,
spazializzazione musicale e live-electronics Andrea Santini
disegno luci Stefano Piermatteo
regia Alvise Camozzi
produzione Casamatta Producimenti d’Arte, NIM, Scene di paglia

prima assoluta

ore 20.30
INCONTRO CON LETIZIA RUSSO

Per le strade di Tebe infuriano le sacre orge di Bacco. Tre sorelle, Leucippe, Arsippe e Alcitoe, figlie di Minia, rifiutano di venerare il dio nato due volte. Chiuse nella loro casa, per passare il tempo e vincere la paura, si raccontano storie di metamorfosi, nell’illusoria speranza di poter fuggire alla vendetta del dio dell’ebbrezza e della follia.

La parola di Ovidio, e il cosmo mutevole che le sue Metamorfosi creano, diventano materia attraverso l’ascolto delle trasformazioni sonore che accadono fuori dallo spazio (dietro al pubblico) e dentro lo spazio (attorno agli attori, davanti al pubblico).

Il disegno sonoro, così come la drammaturgia e la recitazione degli attori, segue lo stesso principio narrativo: il racconto interno (amplificato dagli altoparlanti che circondano lo spazio degli attori, davanti al pubblico) è quello delle tre sorelle, le tre mineadi, leggero e insinuante, spesso comico e brioso, mentre il racconto esterno (amplificato soprattutto dagli altoparlanti che circondano lo spazio, dietro al pubblico) è quello di Dioniso, ispirato, nella scrittura, oltre che alle parole di Ovidio, anche a frammenti delle Dionisiache (poema ellenistico del V secolo, di Nonno di Panopoli), ora misterioso e inquietante, ora festivo, ora minaccioso, in un crescendo che invade, nell’epilogo, lo spazio interno così come, nel racconto di Ovidio, Bacco invade la casa delle tre sorelle e le trasforma in pipistrello. Al connubio voci / corpi / suono fornirà un ulteriore elemento di costruzione del racconto la graduale e impercettibile diminuzione dell’intensità della luce durante lo spettacolo.

La luce: chiara e diffusa all’inizio, più luminosa al centro, e presente anche su tutta la platea, fino ai limiti della circonferenza dello spazio, verrà finemente disegnata per creare sensibilmente la separazione tra dentro e fuori, tra la luce interna e buio esterno. L’oscurità circostante, gradatamente, avanza, dapprima in platea, poi anche al centro, raggiungendo un buio totale che immergerà il pubblico all’ascolto nella parte finale dello spettacolo.